Motivazioni

Il progetto delle isole è riportato in breve sul sito del Comune di Bologna a questa pagina e recita:

Le isole interrate sono un sistema di raccolta e stoccaggio dei rifiuti che consiste in una piattaforma con un’imboccatura attraverso la quale i cittadini introducono l’immondizia. 
Sottoterra c’è un grande contenitore, dotato di compattatore per ridurre il volume dei rifiuti, che ha la capacità di contenere l’equivalente di 40 cassonetti.
I vantaggi che derivano dalle isole dei rifiuti interrati sono un minor numero di cassonetti posti su strade e piazze, minor frequenza di raccolta (quindi meno mezzi operativi in circolazione) ed un migliore impatto estetico.

Piazza San Francesco convive con la sua isola interrata da quasi quindici anni dato che è stata una delle prime ad essere realizzata. Sulle prime è sembrato un sistema nuovo (ed anche bizzarro) per affrontare il problema della presenza costante dei rifiuti in città.

Su questo sito vi mostriamo cosa accade oggi, in che cosa si è trasformata questa isola interrata. Vediamo problemi di ordine strutturale e di ordine percettivo.

Il cattivo odore pressoché costante è causato da molti fattori tutti di natura strutturale, che riguardano l’impianto fisico. Un breve elenco.

- L’usura. Tra la piattaforma e la pavimentazione si è creata una fessura di diversi centimetri da cui fuoriescono costantemente le esalazioni provenienti dal cassone interrato. Davanti all’imboccatura l’usura della pavimentazione rende i lavaggi tanto indispensabili quanto difficoltosi. Va aggiunto che la magnifica basilica di San Francesco meriterebbe un trattamento simile a quello riservato a San Petronio: l’isola di Via de’ Pignatari è infatti decisamente più piccola, priva di ringhiera che ne identifichi l’area, meno impattante dal punto di vista estetico.

- La posizione dell’impianto.  Questa è l’unica isola a essere tanto vicina ad abitazioni e, contemporaneamente, in pieno sole nelle ore più calde della giornata. Specie d’estate.

- La grandezza del cassone interrato. L’isola è tra le più grandi delle 19 elencate sul sito del Comune di Bologna (alla pagina Altre isole). Le altre con una capacità simile raccolgono i rifiuti nelle aree dei mercati rionali, o sono di dimensioni inferiori. Cercheremo di documentare la frequenza nella sostituzione del cassone.

Abbiamo chiamato problemi “percettivi” quelli che riguardano l’uso dell’area da parte dei cittadini. L’impianto è ormai percepito come il luogo in cui può essere conferito ogni tipo di rifiuto, a qualunque ora. La ringhiera delimita lo spazio disponibile, l’assenza di cartelli che ne regolamentino le funzioni, rende lecito ogni abuso. La presenza del bidone per la raccolta degli oli domestici e l’improbabile carrello per la raccolta dei cartoni (assolutamente sottostimato per ampiezza), conferma la percezione di avere a disposizione una Stazione ecologica dove ogni rifiuto potrà essere smaltito.

 

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